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Geoingegneria solare: la leadership ai paesi in via di sviluppo

Geoingegneria solare: la leadership ai paesi in via di sviluppo

Sebbene ancora in una fase sperimentale, la geoingegneria solare potrebbe rappresentare un valido aiuto per ridurre i danni dei cambiamenti climatici. Ma a guidare le ricerche e ad approfondire i pro e i contro della tecnologia dovrebbero essere i paesi in via di sviluppo, per restare al passo nell'agenda globale delle priorità.

Gestire l'energia solare per ridurre l'impatto dei cambiamenti climatici suscita perplessità. Una delle principali proposte prevede di disperdere nella stratosfera minuscole particelle rifrangenti, in modo che schermino l'energia solare imitando l'effetto delle eruzioni vulcaniche.

Quali potrebbero essere le conseguenze della geoingegneria solare (SRM, Solar radiation management) è tuttora oggetto di dibattito fra gli esperti, soprattutto perché i paesi in via di sviluppo sono tra coloro che potrebbero subire le maggiori conseguenze di questa pratica. Se fosse applicata, la geoingegneria solare potrebbe favorire l'abbassamento delle temperature globali mitigando alcuni degli effetti negativi dei cambiamenti climatici - come per esempio l'eccessivo calore, i cambiamenti nei regimi delle precipitazioni e la formazione di forti cicloni tropicali - che interessano, in particolar modo, i paesi nel Sud del mondo.

Tuttavia, questa stessa pratica potrebbe anche produrre effetti collaterali negativi indesiderati, causando tensioni internazionali e sviando l'attenzione dei decisori politici dall'obiettivo importante costituito dalla riduzione delle emissioni di anidride carbonica. In assenza di una leadership autorevole proveniente dal Sud del mondo, gli attori nel Nord della Terra continuerebbero a gestire l'agenda delle priorità globali lasciando dietro a sé lungo il cammino i paesi in via di sviluppo.

La maggior parte delle ricerche è stata svolta finora in Europa e Nord America. Un articolo pubblicato dalla rivista Nature, e firmato da 12 esperti del Sud del mondo, sostiene che i paesi in via di sviluppo avrebbero molto da guadagnare, ma forse anche da perdere, dalla geoingegneria solare, e che le nazioni dovrebbero impegnarsi in azioni coordinate per approfondire i pro e i contro di questa tecnologia.

A co-firmare l'articolo sono stati diversi scienziati, esponenti di organizzazioni non governative e personaggi di spicco, già in prima fila nell'organizzazione di workshop ed eventi pensati per approfondire questo tema, in paesi quali Bangladesh, Brasile, Cina, Etiopia, India, Giamaica, Kenia, Pakistan, l'area del Pacifico, Filippine e Tailandia.

Il Dr. Atiq Rahman, direttore del Bangladesh Centre for Advanced Studies e primo autore dell'articolo, afferma: "È chiaro che la geoingegneria solare potrebbe rivelarsi pericolosa, ma ciò che dobbiamo capire è se, per paesi quali il Bangladesh, non sarebbe più rischioso assistere all'aumento del riscaldamento globale di quei famosi 1,5 ºC, valore stabilito dalla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC). Definire questo aspetto avrebbe una grandissima importanza per i paesi in via di sviluppo; per tale motivo dobbiamo far sentire la nostra voce."

Il professor Paulo Artaxo, fisico brasiliano e membro del panel IPCC sui cambiamenti climatici, e fra gli organizzatori del primo workshop brasiliano sulla geoingegneria solare concorda, e aggiunge: "Sono favorevole a intervenire con misure "aggressive" che possano mitigare i cambiamenti climatici. Non so, però, se la geoingegneria solare sarà mai abbastanza sicura per essere applicata in tutta tranquillità. Tuttavia, è importante che i paesi in via di sviluppo guidino le ricerche in tal senso, per comprendere che cosa può essere meglio per loro".

L'articolo è collegato al lancio di una nuova iniziativa: un finanziamento dedicato alla modellizzazione della geoingegneria solare, aperto a scienziati del Sud del mondo.
Il finanziamento, chiamato DECIMALS (Developing Country Impact Modelling Analysis for SRM), offre fondi a scienziati che vogliano capire in che modo la geoingegneria solare potrebbe interessare il loro paese.

I fondi saranno amministrati dalla TWAS e dalla SRM Governance Initiative, con contributi provenienti dall'Open Philanthropy Project. La scadenza per la presentazione delle domande è il 29 maggio 2018. Il bando si rivolge a scienziati del Sud del mondo, i quali sono incoraggiati a presentare domanda qualora il loro campo di interesse intersecasse l'impatto della SRM, con particolare interesse per i rischi e i benefici derivanti da questa tecnologia. Maggiori informazioni sul bando e sui requisiti per partecipare si trovano qui.

I co-firmatari dell'articolo sono:
Dr. A. Atiq Rahman
Executive Director, Bangladesh Centre for Advanced Studies (BCAS)

Prof. Paulo Artaxo
Professor of Environmental Physics, University of São Paulo, Brazil

Dr. Asfawossen Asrat
Professor of Geology, Addis Ababa University, Ethiopia

Andy Parker
Project Director of the SRM Governance Initiative

Prof. Tara Dasgupta
President, Caribbean Academy of Sciences - Jamaica

Dr. Arunabha Ghosh,
CEO, Council on Energy, Environment and Water, India

Dr. Aphiya Hathayatham
Vice President, National Science Museum of Thailand

Dr. Rodel Lasco
Senior Scientist, World Agroforestry Centre (ICRAF), Philippines

Mr. Penehuro Lefale
Director, LeA International, New Zealand

Prof. John Moore
Chief Scientist, College of Global Change and Earth System Science, Beijing Normal University, China

Dr. Abid Qaiyum Suleri
Executive Director, The Sustainable Development Policy Institute, Pakistan

Prof. Nelson Torto
Executive Director, The African Academy of Sciences, Kenya