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Ricostruire le conoscenze scientifiche dopo una crisi

Ricostruire le conoscenze scientifiche dopo una crisi

Le organizzazioni scientifiche possono promuovere una risposta coesa per sostenere e integrare scienziati a rischio, sfollati e rifugiati, hanno affermato gli esperti alla tavola rotonda della TWAS a Trieste Next

Il momento migliore per iniziare la ricostruzione di un Paese colpito da una guerra è durante la crisi stessa, e sia gli scienziati sfollati che gli istituti di ricerca internazionali possono svolgere un ruolo cruciale in questo processo. Questo è stato il messaggio chiave dei quattro relatori che hanno partecipato alla tavola rotonda organizzata dalla TWAS a Trieste Next il 27 settembre.

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Panellists 2024 Trieste Next
Partecipanti alla tavola rotonda della TWAS a Trieste Next. Da sinistra: Payal Patel, Associate Programme Officer TWAS, moderatrice; Consigliere Alessandro Garbellini, responsabile dell'Ufficio per lo spazio, la cooperazione scientifica multilaterale e la proprietà intellettuale, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI); Tonya Blowers, coordinatrice OWSD; Phyu Phyu Thin Zaw, docente di Health Leadership and Management in Crisis Settings, presso l'Università di Hong Kong; Peter McGrath, coordinatore di IAP e della Science Diplomacy Unit TWAS. (Foto: G. Ortolani/TWAS)

Tra i relatori è intervenuto il Consigliere Alessandro Garbellini, capo dell'Ufficio per lo Spazio, la Cooperazione Scientifica Multilaterale e la Proprietà Intellettuale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI). "Sostenere gli scienziati che fuggono da situazioni di crisi è importante perché consente loro di diventare una parte attiva ed essenziale del processo di ricostruzione del proprio paese di origine”, ha detto nel suo intervento.

Sin dalla fondazione della TWAS, nel 1983, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha garantito un sostegno fondamentale all'Accademia mediante finanziamenti che consentono alla TWAS di far progredire la scienza nei paesi in via di sviluppo.

Sul palco, oltre a Garbellini, sono intervenuti Phyu Phyu Thin Zaw, docente di leadership e gestione sanitaria in contesti di crisi presso l'Università di Hong Kong; Peter McGrath, coordinatore dell'InterAcademy Partnership (IAP) e della TWAS Science Diplomacy Unit; e Tonya Blowers, coordinatrice dell'Organizzazione per le donne nella scienza per i paesi in via di sviluppo (OWSD).

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Phyu Phyu Thin Zaw
Phyu Phyu Thin Zaw, docente presso l'Università di Hong Kong, durante la sua presentazione. (Foto: G. Ortolani/TWAS)

Trieste Next, il festival scientifico che si tiene annualmente a Trieste dal 2012, propone approfondimenti su scienza, tecnologia e società. Il tema di quest'anno era 'Gli orizzonti dell'intelligenza. La conoscenza e la frontiera uomo-tecnologia'. L'evento si è svolto dal 27 al 29 settembre e ha visto la partecipazione di oltre 300 scienziati e diverse migliaia di visitatori, che hanno potuto visitare 40 spazi espositivi interattivi. Tra questi, anche uno stand dove i visitatori hanno avuto l'occasione di conoscere le attività di TWAS, IAP e OWSD e di cimentarsi in un gioco da tavolo sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile insieme allo staff dell'Accademia.

Alla tavola rotonda della TWAS, intitolata 'Ricostruire la conoscenza scientifica dopo una crisi' e svoltasi in inglese, hanno partecipato circa 70 persone. I relatori hanno affrontato il tema di come mettere le qualifiche e l'esperienza degli scienziati sfollati al servizio tanto del Paese ospitante quanto di quello d'origine, offrendo spunti di riflessione su un esodo, spesso trascurato, di migliaia di persone di talento.

Attingendo all'esperienza dell'iniziativa Science In Exile di TWAS, IAP e International Science Council, la sessione ha esplorato come le organizzazioni scientifiche possano promuovere una risposta coesa per sostenere e integrare gli scienziati a rischio, sfollati e rifugiati.

Gli scienziati non sono gli unici a lasciare il loro paese. Il flusso globale comprende tutti i tipi di persone in fuga da persecuzioni, conflitti, violazioni dei diritti umani, carestie, siccità ed eventi climatici estremi. L'UNHCR stima che, alla fine del 2023, 117.3 milioni di persone in tutto il mondo erano state costrette a spostarsi in paesi stranieri o in altre zone del loro stesso Paese. L'epidemiologa Phyu Phyu Thin Zaw, esperta di sistemi sanitari del Myanmar, è una di loro.

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Alessandro Garbellini speaking at Trieste Next
Il Consigliere Alessandro Garbellini, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), durante il question time. (Foto: G. Ortolani/TWAS)

"Qualcuno potrebbe dire che il mio Paese mi ha perduto, ma io non la penso così. Piuttosto, mi piace pensare che mi sto adoperando per collegare il mio Paese al resto del mondo mettendo in contatto i cervelli", ha detto durante l'evento.

Con 12 anni di esperienza nel settore governativo, il lavoro di Thin Zaw si focalizza su politiche di equità, salute e istruzione; sistemi e politiche sanitarie del Sud-Est asiatico; l'eliminazione della povertà; e le questioni relative ai diritti umani. Svolge inoltre attività di consulenza tecnica per think tank e organizzazioni non governative.

L'approccio di Thin Zaw al sostegno del Myanmar e dei suoi scienziati si basa su due concetti chiave. Il primo è la "circolazione dei cervelli", ovvero il flusso di scienziati altamente qualificati potenzialmente in grado di aiutare i loro paesi d'origine riportando in patria esperienze lavorative e conoscenze acquisite all'estero. Il secondo è il "ponte fra cervelli", cioè l'idea che gli scienziati sfollati e rifugiati possano ancora fungere da ponte tra il loro paese e il resto del mondo, anche se impossibilitati temporaneamente o per sempre a rientrare.

Basandosi su entrambi questi concetti è possibile iniziare il processo di ricostruzione di qualsiasi Paese senza attendere la fine del conflitto. "Facendo in modo che nessun cervello sia davvero sprecato possiamo dare un contributo pratico sul campo. Soprattutto per quanto riguarda le donne, il cui ruolo può essere, ora più che mai, quello di costruttrici di pace", ha detto Thin Zaw.

Gli scienziati che rimangono in un Paese che affronta una crisi spesso non possono esprimere le loro opinioni, ha sottolineato Thin Zaw, e quindi gli studiosi che si sono rifugiati all'estero dovrebbero assumersi la responsabilità di parlare in loro vece. Quindi, ha fatto l'esempio della Spring University Myanmar, una piattaforma virtuale online creata da giovani accademici, tra cui lei stessa. La piattaforma conta 25,000 studenti, 200 docenti, 12 programmi di diploma e 37 dirigenti. Degna di nota è anche la School of Health, guidata da Thin Zaw, che offre un Diploma in Public Health Management in Crisis Settings ai 90 studenti iscritti.

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Garbellini and Thin Zaw with Sissa-Lincei students at TWAS booth
Visita allo stand della TWAS (da sin.): Dkawlma Tora del Togo e Suchitra Thapa del Nepal, vincitori di una borsa di studio nell'ambito del TWAS-SISSA-Lincei Research Cooperation Visits Programme; Phyu Phyu Thin Zaw, docente di leadership e gestione sanitaria in contesti di crisi, Università di Hong Kong; e Alessandro Garbellini, responsabile dell'Ufficio per lo spazio, la cooperazione scientifica multilaterale e la proprietà intellettuale, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI). (Foto: G. Ortolani/TWAS)

"Per superare il divario digitale e proteggere gli scienziati che si trovano ancora in Myanmar e vogliono frequentare i nostri corsi, abbiamo utilizzato nuove tecnologie e metodi di insegnamento innovativi", ha spiegato Thin Zaw. I corsi si basano su metodi di simulazione e giochi di ruolo. Piuttosto che concentrarsi sui problemi, danno precedenza agli approcci che cercano soluzioni e mettono gli studenti al centro della scena, incoraggiandoli a essere co-creatori dei corsi.

I casi di studio includono le più recenti situazioni di crisi sanitaria. Gli insegnanti e gli studenti sono coperti dall'anonimato e dalla riservatezza attraverso avatar e nickname, e sono invitati ad astenersi da attività sui social media. "Insieme, e intendo io e tutti voi, possiamo fare molto. Possiamo contribuire con nuove idee e sollecitare le organizzazioni internazionali a essere più proattive. Tutti noi dobbiamo cambiare la nostra mentalità. Ma, per favore, non aspettate", ha esortato la ricercatrice.

Dopo la presentazione di Thin Zaw, Alessandro Garbellini ha sottolineato come la scienza sia estremamente importante per i paesi in via di sviluppo. Come per il Nord del mondo, anche nel Sud la scienza è infatti il fondamento di una buona qualità di vita, poiché garantisce la soddisfazione di bisogni primari quali la sicurezza alimentare, l'accesso all'energia e l'assistenza sanitaria.

"Il Sud del mondo non ha bisogno di talenti, non ha bisogno di cervelli. Ha bisogno di opportunità. E noi dobbiamo dare a questi cervelli un'opportunità di sviluppo", ha detto Garbellini. "Se i Paesi in via di sviluppo non hanno risorse finanziarie, il sistema di cooperazione delle Nazioni Unite e l'UNESCO sono lì per aiutare. Come? Garantendo che i giovani talenti possano venire a Trieste, possano formarsi con l'ICTP e la TWAS e possano interagire con la comunità scientifica internazionale, acquisendo la capacità, una volta tornati a casa, di innovare e trovare le soluzioni ai problemi locali".

Moderato da Payal Patel, Associate Programme Officer della TWAS, il panel ha esaminato il ruolo della diplomazia scientifica nella risoluzione delle controversie e nel raggiungimento di accordi. Scienza e diplomazia, ha detto Garbellini, non parlano la stessa lingua. Ma se vengono unite, diventano un linguaggio che può favorire il ragionamento logico tra due parti in disaccordo su alcune questioni e portare la pace.

Garbellini ha menzionato il sincrotrone SESAME, un'importante infrastruttura scientifica messa in piedi da scienziati e governi in Medio Oriente, sviluppata sotto l'egida dell'UNESCO per studiare la struttura di nuovi materiali e di materiali organici. "La scienza ha bisogno di diplomazia se vogliamo costruire le infrastrutture necessarie per la ricerca di alto livello. E le infrastrutture, a loro volta, hanno bisogno di grandi investimenti e di cooperazione internazionale", ha aggiunto.

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Sara Dalafi presenting at Trieste Next
Sara Dalafi, del segretariato della Science Diplomacy Unit della TWAS, presenta 'Science Diplomacy for Climate Justice' nell'ambito di Street Science, evento facente parte del progetto SHARPER sostenuto dalla Commissione Europea. (Foto: C. Simoes/TWAS)

L'esodo senza fine degli scienziati e il mancato riconoscimento delle loro qualifiche hanno avuto un posto centrale nella presentazione di McGrath. "Se i Paesi dispongono di sistemi per sostenere gli scienziati al loro arrivo, questa è una vittoria per gli scienziati, perché possono continuare con la loro carriera e la loro ricerca. Ma è una vittoria anche per il Paese ospitante, che ha il vantaggio di avere a disposizione professionisti qualificati", ha detto.

McGrath ha inoltre presentato l'iniziativa Science In Exile, una collaborazione tra TWAS, IAPl'International Science Council di Parigi, lanciata nel 2021 per promuovere una risposta coesa a sostegno degli scienziati a rischio, rifugiati e sfollati.

Ha sottolineato l'importanza della Science in Exile Declaration, lanciata nell'aprile 2022 da Sua Altezza Reale la Principessa Sumaya bint El Hassan, Ambasciatrice di Buona Volontà dell'UNESCO e Inviata Speciale per la Scienza per la Pace. La Dichiarazione invita a impegnarsi riguardo a sei punti fondamentali, ha ricordato McGrath, tra cui "lavorare per ricostruire i sistemi scientifici nazionali all'indomani di conflitti o disastri e sostenere il rimpatrio volontario e sicuro degli scienziati".

Le sfide che le scienziate sfollate devono affrontare sono state al centro dell'intervento di Tonya Blowers. La coordinatrice di OWSD ha menzionato le limitazioni che queste donne subiscono—dalla mobilità ridotta, al divieto di partecipare a conferenze e incontrare altri scienziati—aggravate dall'onere di prendersi cura dei bambini e della famiglia. Ha quindi presentato il Women in Science Displacement Outreach Master's Program (OWSD-WISDOM), una borsa di studio offerta a studentesse rifugiate del Sud del mondo per conseguire un master in scienze naturali, ingegneria, o scienze informatiche e tecnologiche. Il programma, della durata di due anni, è stato lanciato nell'aprile 2024 e ha ricevuto 155 candidature.

In occasione di Trieste Next, TWAS ha partecipato anche a 'Street Science', evento che fa parte di SHARPER, un progetto sostenuto dalla Commissione Europea per la realizzazione della Notte Europea dei Ricercatori. SHARPER è l'acronimo di SHAring Researchers' Passion for Education and Rights e l'evento ha l'obiettivo di coinvolgere tutti i cittadini nella scoperta delle professioni legate alla ricerca, permettendo di comprendere il ruolo giocato dalla scienza nel costruire il futuro della società.

Sara Dalafi della Science Diplomacy Unit della TWAS è intervenuta su 'Diplomazia scientifica per la giustizia climatica'. La breve presentazione ha offerto a un pubblico di circa 20 persone una panoramica globale sul ruolo e l'importanza della diplomazia scientifica in relazione ai cambiamenti climatici, che colpiscono in particolare i paesi in via di sviluppo, ma che dovrebbero essere affrontati mediante azioni congiunte da parte di tutte le nazioni.

Altre immagini della tavola rotonda della TWAS al Trieste Next 2024 sono disponibili sulle pagine Flickr della TWAS.

 

Cristina Serra